di
Fabrizio Borgio
Fratelli
Frilli Editori (2016)
C’è
un piccolo commento nelle prime pagine del libro. Dice che la storia
è vagamente ispirata ad un incendio doloso verificatosi in Asti nel
1997.
Sinceramente
io non lo ricordo. So solo vagamente che si trattava di un deposito
di pneumatici andato a fuoco.
Da
questo punto di partenza, romanzando a dovere, Fabrizio Borgio ha
tirato fuori un bel noir che si svolge in tre giorni, tra indagini
reali e indagini… diciamo mentali.
Un
noir molto attuale con agganci nella malavita organizzata che farebbe
la sua “bella” figura sulle colonne di un articolo di cronaca
nera.
Viveurs
e tombeurs de femmes che pensano soltanto alle due S, sesso e soldi;
infiltrazioni di stampo vagamente camorristico e la nostra
sonnolenta città rivela il suo volto più segreto e nascosto.
Il
nostro investigatore privato, Giorgio Martinengo, non indaga
realmente ma segue le indagini come volontario della Croce Rossa
impegnato in servizio accorrendo sui luoghi dei reati. Si informa,
pensa, ragiona. Per questo ho parlato di indagini mentali. Perchè la
mente di Martinengo è sempre attiva e alla ricerca di collegamenti
tra gli avvenimenti. E quando vecchie “conoscenze” rientrano
nella sua vita anche se per poco questo tiene ancor più desta la
sua attenzione.
Poi,
il rischio che la città corre è veramente notevole ma… ma non vi
dico di più in proposito. Altrimenti che gusto trovereste a leggere
il libro? :)
Vi parlo della città, piuttosto, che in questo libro potete visitare in molti suoi angoli, anche quelli meno conosciuti. La zona dell’incendio, in città ma fuori Una periferia non troppo periferica ormai. D’altronde, Asti è una città piccola e non potrebbe essere diversamente. La zona del Funtanin con il nuovo ospedale, la via dello stadio e della sede della Croce Rossa.
Bene!
In questa città dove sono nata, nel caos delle sue vie, si
incrociano corse sfrenate di ambulanze, rotatorie bloccate da
incidenti, rotatorie che di rotonda hanno solo il nome visto le loro
dimensioni, caos al pronto soccorso.
Tra
il Corso Dante, Viale A. Bianco, Corso Torino, Via Foscolo il giro
turistico per la città è programmato.
Gli
intrecci… ecco! Fabrizio sa rendere vivi questi intrecci. Sa
districarsi tra i problemi con una riservatezza tipicamente
piemontese. Lo stesso Martinengo è tipo chiuso, poco loquace.
La
sua prosa essenziale e veloce si fa leggere tutta d’un fiato. Fa
entrare nella storia proprio come se si leggesse un articolo di
cronaca.
Forse
ci sono due pecche.
La
poca azione è la prima. I fatti vengono narrati e passano di bocca
in bocca tra i protagonisti del libro ma l’azione vera e propria è
scarsa, rapida.
La
seconda invece è, come avevo letto su un altro blog, la mancanza di
una traduzione dei termini dialettali usati.
Per chi non è piemontese capire cosa si intende veramente con la parola farinel* o con stchonf** (letto come se metteste la s davanti alla c dolce di ceci) è un po’ complesso. E il Cornajass***?
Per chi non è piemontese capire cosa si intende veramente con la parola farinel* o con stchonf** (letto come se metteste la s davanti alla c dolce di ceci) è un po’ complesso. E il Cornajass***?
Come astigiana non ho avuto
problemi ma chi astigiano non è?
E mi sono ritrovata anche
nella mia città così descritta. Non solo nelle sue vie ma in quel
mondo quasi sotterraneo di cui ogni giorno si legge sulle cronache.
Sonnolenta solo all’apparenza,
Asti, ma sotto alla cenere cova ancora la brace.
Myrtilla
* farinel - brichino sia in
senso buono se detto di bambino vivace che in senso ironico e/o
sarcastico se detto di adulto
** stchonf – afa, quella
tipica nostra quando non si respira perché l’aria è pesante e non
ci si stupirebbere da un momento all’altro un pesce all’altezza
del naso tanta è l’umidità.
*** cornajass – corvo,
cornacchia
E qui, su questo LINK una breve intervista all'autore (non mia eh )
Cara Patrizia, domani è l`Epifania che tutte le feste porta via!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata cara amica con un abbraccio.
Tomaso
Noi diciamo: l'epifania tutte le feste porta via ma arriva carnevale e torna a portarle.
EliminaBacio
ciao cara, grazie per la tua recensione!!!! Un abbraccio e buon anno di cuore Lory
RispondiEliminaCiao Lory.
EliminaGrazie a te. Buon anno e....... buona befana😆😆😆😆
Ecco, le pecche mi bloccano un po'.
RispondiEliminaIo non parlo i vari dialetti, quindi mi troverei bloccata.
E l'azione... anche quella conta, specie in un libro dove dovrebbe essere il cardine.
Lo tengo in forse.
Grazie per la recensione, utilissima!
Baci, Francesca.
Ciao Francesca, è un libro che merita e poi.. a traduzione delle parole in dialetto l'ho scritta nel post :)
EliminaCiao bella!
Buona befana!!!!!
io non sono piemontese ma i termini dialettali sono molto ben inseriti nel discorso e si capiscono intuitivamente, non creano alcun problema e poi sono funzionali al racconto.
RispondiEliminabello il libro e secondo me la mancanza di azione in questo caso non è una pecca perchè Borgio ci permette di capire molto bene la psicologia dei personaggi proprio perchè non ci distrae con avventurose azioni
consigliatissimo
Ciao Flo, sono contena he il libro ti sia piaciuto.
EliminaEffettivamente sì, la poca azione ci dà la possibilità di soffermarsi sui vari personaggi che sono molto vari.
Quanto al piemontee... se avete bisogno di una traduzione son qui :)
Come sempre m'inserisco e ringrazio per il bellissimo riscontro. Come sempre grato Patricia
RispondiEliminaInserisciti pure qunado vuoi, la porta è sempre aperta :)
EliminaE' un piacere leggere i tuoi libri