lunedì 6 febbraio 2023

Caro amico straniero

Caro amico straniero,
questa è l'Italia. E' la mia Terra.
Sei ben accetto. Le porte non sono chiuse a doppia mandata.  
Capisco anche che magari nel tuo Paese tu possa provare fame, violenza. Che tu possa essere vittima di soprusi e incarcerazioni per motivi pienamente legali. Che tu venga anche torturato in certe prigioni solo er aver manifestato idee diverse da quelle consentite dal governo.

Però... perchè un però c'è sempre.
 
Al tuo Paese ci sono leggi e regole. E non mi interessa quale sia il tuo Paese. E' il mondo, come lo è il mio.
Mi interessa dirti che anche qui in Italia, in Europa, ci sono regole e leggi e vanno rispettate da tutti. Da noi italiani e da chi ospitiamo.
Quindi, se io accetto il tuo arrivo, il tuo status di emigrante giocoforza; se accetto la tua religione... beh! Tu devi fare altrettanto con me.
Non puoi venire a casa mia e pretendere di rispettare le regole del tuo paese d'origine. Rispetti quelle di questo Stato che ti dà ospitalità.
Sono convinta che purtroppo al tuo Paese le donne valgono meno di una capra e che debbano coperte perchè indegne, impure o non so cosa. Qui però voglio vedere il viso della persona con cui sto parlando. Voglio guardarla negli occhi. Guardare il suo sorriso. O le sue lacrime.
Non voglio vedere per strada quei fantasmi svolazzanti che non danno nemmeno l'idea di un essere umano.
Sono donne. Come me.
E col rispetto che ci meritiamo dobbiamo essere trattate.
E se nel tuo Paese è normale  che un padre decida chi deve essere il marito della figlia, qui no, non lo è.
Dobbiamo poter scegliere noi. Non essere costrette a matrimoni forzati o a diventar spose bambine. 

E' un do ut des. 
Io ti do e tu mi dai. 
Cosa? Rispetto!
Se tu mi rispetti io non ho niente in contrario a ricambiare.
Basta soltanto che il tuo retaggio culturale che può benissimo venir condiviso in fatto di poesia, arte, artigianato,  non ti impedisca di vivere civilmente nel mio Paese.
Possiamo benissimo convivere qui ma ti devi adeguare al nostro modo di vivere. Non siamo più nel medioevo. E nemmeno siamo in un paese del terzomondo, 
Il mondo va avanti. Progredisce. Tutto cambia. Forse per certi versi sembra non migliorare ma non è proprio così. 
Guardati attorno. Guardati dietro le spalle. Scopri la differenza di vita tra  ieri e oggi e avanzata anche tu nel mondo moderno abbandonando certe tradizioni arcaiche dettate più dalla paura a volte che dal proprio sentire.
Fallo! E potremo convivere bene,
Un caro saluto, 
una donna italiana.
 

14 commenti:

  1. E sicuramente, per quanto riguarda alle donne, non dipena di loro cambiare abitiuni. Loro ha solo cambiato paese ma non marito, sicuramente sia a lui che dobbiamo svolgere queste parole, Purtroppo la sua risposta sarà facile: la mia donna fa così volentiere, e non fa niente che non sia legale.

    podi-.

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    1. HAi perfettamente ragione Carlos.
      Il problema é che non credo che tutte le donne, soprattutto quelle più giovani siano veramente d'accordo. Penso che abbiano anche paura.
      Secondo te, le donne che sono scese in piazza a osannare l'ultimo boss del governo, lo hanno fatto liberamente? Di spontanea volontà? O forse erano state spinte con minaccia?

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  2. Continuiamo a vedere cose assurde nel nostro paese evoluto: femminicidi, donne maltratatte, donne che non possono accedere al lavoro degli uomini, a cominciare dalla Chiesa.. giuste le tue pretese, per amor di Dio, ma ancora infinita la strada per vedere giustizia reale nel mondo.. :(

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    1. Vero, ma io per il momento chiedo solo una cosa. Via il chador la niqqab il burqa. Portino pure il velo se vogliono. Tanti cristiani hanno il rocefisso al collo. E chi dice niente?
      Ma che si veda almeno la faccia sì, lo chiedo.
      E che magari non vengano pestate, relegate in casa o, se sono figlie uccise o sequestrate perché non vogliono sposare il cugino con trent'anni di più.
      Mi sembra il minimo sindacale.
      Poi, di cose a riguardo delle donne ne abbiamo pure noi tante da cambiare.

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  3. Detta così sembra facile, ma non lo è, per niente; difficilissimo, quasi impossibile, scrollarsi di dosso secoli di “norme” impresse nel cervello come tatuaggi indelebili, forse l’unica soluzione sarebbe cercare almeno minuscoli ma importanti punti d’incontro e questo, grazie al cielo, lo si realizza nella scuola.
    Ciao Patricia.
    sinforosa

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    1. Evviva la scuola se fa integrazione. Il problema é che a una simile scuola bisognerebbe mandarci snche padre e madre
      Ciao bella

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  4. La parola chiave è "rispetto", se c'è il rispetto, c'è tutto !!Ciao

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    1. Certo, da ambo le parti ma visto che tu stranjero sei a casa altrui, adeguati alle leggi di quel paese, non pretendere di fare qui ciò che avresti fatto a casa tua dove le leggi sono diverse

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  5. RISPETTO!!
    io se entro a casa tua chiedo permesso.,e poi rispetto il tuo credo.il tuo modo di vivere ..e mi adeguo a voi
    Ma se tu vieni a casa mia devi chiedere permesso e rispettare il mio credo ed il mondo di vivere..e ti adegui a me..e PRETENDO che tu porti RISPETTO a tutti ed anche a me ...alle.donne ,ai bambini..animali ...

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  6. Ciao Patry , ogni giorno è un vero problema .
    Buon pomeriggio
    Rakel

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  7. Purtroppo è un tipo di situazione che ha già creato tragedie fra prima generazione e seconda generazione, quella nata in Italia e che magari vorrebbe usufruire degli stessi diritti che hanno i loro coetanei...

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